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Partecipano

Liceo Linguistico Magdalena Sophie Scholl
referenti
prof. Lorenza Ongaro
prof. Maria N. Viglianisi
Sito web
Liceo Classico Giovanni Prati
referenti
prof. Cinzia Bucci
prof. Sara Ianeselli
Sito web
Istituto di Istruzione Martino Martini
referenti
prof. Stefania Dalpiaz
prof. Mariavittoria Reda
Sito web

FAQ VinKiamo

1Come selezioniamo i soggetti da intervistare?
L’obiettivo principale è quello di selezionare persone che parlino in modo fluente la propria lingua locale (dialetto o lingua di minoranza). Ciò non significa che i soggetti debbano essere esclusivamente parlanti anziani. Vanno bene anche adulti di età inferiore ai 70 anni o parlanti giovani, purché abbiano le competenze linguistiche necessarie per partecipare al questionario.
2Intervistati i 7 parlanti richiesti, dovremo necessariamente fermarci?
Assolutamente no, se avremo ancora persone disponibili a compilare il questionario! Anzi, più parlanti troveremo, più i dati linguistici saranno significativi e apporteranno risultati innovativi in ambito scientifico. Le interviste che superano le 7 previste varranno ognuna due ore di lavoro in più e si sommeranno al computo totale delle ore. Parallelamente, anche la nostra relazione finale risulterà più ampia e variegata. Se invece non saremo riusciti a reperire ulteriori persone, nessun problema! Il nostro lavoro potrà dirsi concluso e sarà ugualmente valido.
3Quando compileremo la relazione finale, come calcoleremo le ore di lavoro?
Nella griglia non dovremo basarci solo sull’effettiva durata dell’intervista, ma considerare anche il tempo impiegato per raggiungere l’abitazione dei parlanti e per spiegare loro le modalità di svolgimento del questionario. Per questo calcoliamo di base sempre 2 ore per ogni intervista, anche se l’intervista stessa durerà meno.
4Se il parlante è timido, si blocca nel rispondere ad alcune domande, si mostra particolarmente incerto su alcune risposte, cosa possiamo fare?
È importante usare alcuni piccoli stratagemmi per tranquillizzarlo. Per esempio, possiamo ribadire che la risposta migliore da dare è quella avvertita come più “naturale” e immediata, “quello che ti viene spontaneo”. Teniamo a mente che possiamo sempre riascoltare la singola registrazione, cancellarla e ripeterla quante volte vogliamo. Inoltre, se la domanda risulta particolarmente difficile, è preferibile andare avanti col questionario e poi tornare indietro: in questo modo le percentuali di risposta aumenteranno. Se ne abbiamo le competenze, potremo conversare con l’informante nel dialetto o nella lingua di minoranza oggetto d’indagine.
5Durante lo svolgimento del questionario, il nostro ruolo si limiterà a quello di “assistenti”?
Supportare il parlante nella registrazione delle varie risposte, sarà ovviamente il nostro compito principale. Tuttavia, possiamo anche svolgere alcuni compiti di solito propri dei linguisti. Ad esempio, se riusciamo a essere attenti osservatori, possiamo annotare su un quaderno o su un cellulare i commenti dei parlanti, le loro difficoltà, alcune curiosità legate agli usi della lingua emerse al di fuori del questionario, fenomeni linguistici peculiari di cui non eravamo a conoscenza, differenze tra il dialetto dei soggetti anziani e quello dei giovani, ecc., elementi che possiamo poi riprendere nella relazione finale. In una parola, tutto ciò che ha a che fare con le caratteristiche intrinseche della lingua e con la sua posizione all’interno del contesto sociale sarà materiale ben accetto!
6E se i parlanti volessero aggiungere qualcosa? Se volessero ad esempio inserire delle foto riguardanti il bilinguismo / multilinguismo delle proprie comunità?
Ottima idea! A tal proposito, sul sito di AlpiLink è presente la sezione “Linguistic Landscape”, ove è possibile caricare immagini che hanno a che fare con le rappresentazioni scritte della lingua sul territorio. Con ciò si intendono: la cartellonistica (segnali stradali, indicazioni turistiche, piante urbane, stradari, ecc.), le insegne dei negozi, i volantini pubblicitari, i murales bilingui o scritti in una lingua locale e persino libri in dialetto o nella lingua locale che i parlanti hanno a casa.
7Quando scriveremo la relazione, cosa sarebbe importante riportare?
La relazione -che sarà indirizzata al referente del progetto Alpilink dell'Università di Trento e ai docenti referenti del liceo frequentato- consiste in un breve rapporto (2-3 pagine) su:
  • le ore di lavoro svolto;
  • i criteri adottati per l'individuazione dei parlanti;
  • la modalità di contatto con i parlanti. A questo proposito avrà grande valore soffermarsi su ciò che si è appreso a livello di pratiche di cittadinanza.
  • Inoltre, sarà opportuno riportare quanto annotato nel corso dell’intervista (v. punto 5) ed eventuali punti critici del questionario.
  • Ogni ulteriore commento / suggerimento per il miglioramento della piattaforma di AlpiLink sarà utilissimo.
8Per qualsiasi necessità, domanda o dubbio…
potremo contattare Michele Cosentino 📥